CB Bottazzo
2 April 2024Youm Music
2011 – Lecce
Sono passati oltre cinquant’anni da quando Lucio Fontana, precorrendo i tempi dell’arte contemporanea, presentò al pubblico i suoi concetti spaziali, tele squarciate da tagli che simbolicamente aprivano lo spazio bidimensionale e creavano uno spiraglio per intravedere. Erano gli anni 60, anni in cui un’artista reagiva alle sue ossessioni più suggestive con gesti estremi, buchi squarci, tagli, appunto che provocarono un terremoto e prepararono il terreno a tutta l’arte contemporanea a cui, oggi, siamo abituati. Questa fascinazione per l’opera d’arte capace di obbligarci a riflettere, questo amore per il gesto insieme violento ed elegante, questo amore per lo spazio è la prima concreta emozione che pervade chi entra in questo nuovo, modernissimo, negozio di dischi e quant’altro gira intorno alla musica, che è stato aperto a Lecce nella centralissima e commercialissima Piazza Mazzini.
Il progetto ideato da Enrico Surdo e realizzato da Kubico s.r.l., ha un impianto semplicissimo che risponde con una attenta organizzazione distributiva a tutte le necessità di una attività commerciale, è così, quindi, dietro una vetrina trasparente che lascia intravedere lo spazio interno attraverso gli articoli esposti prende posto la cassa in Corian, decorata dal logo Youm, graficamente molto elegante e realizzato a rilievo e sottolineato da un effetto luce.
Tutto il negozio è nero, e così, lo spazio viene annullato e poi reinventato da una serie di tagli di luce che come una moderna scrittura attraversano la parte alta delle pareti e il soffitto; sono insieme lampade e decorazione, funzione ed estetica che coincidono nel tracciare una essenziale interpretazione dello spazio.
Una serie di espositori bianchi, poi, restano incassati nelle pareti ed espongono ordinatamente tutti i prodotti in vendita. Dalla sala principale si diparte una piccola scala che porta ad un ambiente soppalcato, si tratta di una stanza interamente realizzata usando una rete metallica verniciata di bianco che diventa un diaframma capace di separare senza isolare questo piccolo angolo dedicato all’ascolto in cuffia dei dischi in vinile, come dire: l’archeologia della musica e archeologia dell’architettura industriale, in sintesi, la fabbrica della musica.
Ogni volta un progetto può essere “altro”, può essere inteso ed affrontato come una occasione per riflettere, sperimentare e consegnare al mondo una porzione delle proprie passioni filtrata attraverso un preciso possesso del mestiere.